Le radici dell'affetto

MIMOSA

La mimosa è un fiore che solitamente leghiamo a qualcosa di felice: la festa della donna. Ci viene da pensare a un fiore delicato e puro; infatti rappresenta la sensibilità. Durante il periodo di quarantena ci è stato chiesto di sintetizzare i nostri pensieri sfruttando una foto e qualche riga di commento. Tutte le risposte sono state divise tra diversi fiori e oggi sono qui per analizzare quelle che sono stati rappresentati con la mimosa. Le parole che sono emerse più spesso sono: “felicità”, “quarantena” (ovviamente) “finestra”, “libertà”. Queste parole descrivono molto i pensieri e i desideri di coloro che le hanno scritte; possiamo estrapolare qualche valore umano da ognuna di loro.

Felicità = davvero? No, ma seriamente qualcuno è felice di questa situazione? Beh evidentemente sì. Molti ragazzi hanno trovato finalmente il coraggio e il tempo di dedicarsi a qualcosa che per loro è motivo di gioia; c’è chi ha riscoperto il piacere della lettura e chi ha deciso di avvicinarsi alla famiglia sfruttando, per esempio, un puzzle. La quarantena è come un livello bonus di un videogioco … si distacca molto dal filone principale e ad alcune persone può sembrare noioso, ma in realtà è ricco di sorprese e novità che normalmente non considereremmo mai.

Quarantena = non penso siano necessarie delle presentazioni, ma io modificherei questa parola e la farei diventare “macchina per lo sviluppo della sensibilità”. Ok, ora non è più una parola, bensì una frase, ma il concetto non cambia. La quarantena ha portato molti ragazzi a dover parlare faccia a faccia con i loro pensieri (me compreso) e tutto ciò ha scatenato la nascita di “voglia di fare”, “voglia di cambiamento”, ma a volte ha portato anche alla nascita di tristezza e malinconia. Qui su due piedi mi ritorna in mente il messaggio di una ragazza (suppongo) che ha sofferto tantissimo la mancanza dei suoi nonni; le persone che le hanno insegnato tanto e a cui deve molto. Normalmente non si sarebbe mai soffermata a pensare a loro come persone irraggiungibili e questa quarantena ha fatto sì che potesse approfondire i sentimenti che prova per loro.

“Finestra” e “Libertà” = in fin dei conti sono due parole che si rincorrono a vicenda. Molti di noi si sono ritrovati a guardare fuori dalla finestra e vedere il mondo. Un mondo che solitamente trascuriamo parecchio; non ci rendiamo mai veramente conto della bellezza che ci circonda ed è servito un periodo di quarantena forzato per farci capire quanto possa essere fantastico sentire il primo sole primaverile accarezzarci. La libertà forse non è legata solo allo spazio, ma anche al pensiero. Molte persone si sono ritrovate senza la libertà nelle idee … esatto, quella che solitamente chiamiamo ispirazione. Si tratta di un continuo contrasto tra la speranza di arrivare al tanto desiderato 4 maggio (giorno della fine del lockdown) e la paura di rimanere distanti dai propri cari/non poter tornare alla normalità. Il messaggio principale che individuo è legato alla ricerca di un motivo per cui “andare avanti”. C’è chi si è attaccato ai ricordi, chi ha coltivato nuove passioni, chi ha cercato di rifugiarsi nella scrittura, chi nei film, chi nei giochi, chi nella lettura, chi nell’attività fisica e chi ha cercato rifugio nell’ottimismo e nell’ironia. Penso sia una caratteristica dei giovanissimi cercare il lato positivo anche nelle situazioni peggiori. Noi giovani siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e unico e questa situazione lo è stata sicuramente. Penso che queste persone possano benissimo rientrare nel gruppo delle persone che hanno sviluppato una grande sensibilità; chi in senso buono e chi in senso un po’ più malinconico; si tratta sicuramente di una crescita personale. Un parere personale su ciò che ho potuto leggere a proposito di questo fiore? Sicuramente leggere tutta questa speranza è stato fantastico. Vedere, anzi, leggere tutta la sensibilità che hanno riposto questi ragazzi nelle loro passioni è veramente molto “ispirazionale”.

GIUNCHIGLIA

Un fiore che personalmente non ho mai sentito nominare; un fiore che rappresenta qualcosa che solitamente allontano dalla mia mente per non essere troppo egoista: il desiderio.

Non ci sono parole ripetute nei commenti dei ragazzi inseriti in questa categoria, ma se potessi sceglierne qualcuna sarebbe proprio “io desidero” oppure prenderei in considerazione il caro e vecchio condizionale “oh sì, io vorrei…”

Da questi testi riesco a estrapolare un forte senso di malinconia e di mancanza.

Questi ragazzi sono dei dipinti meravigliosi, ma purtroppo si sono ritrovati senza cornice.

Questa cornice, che sia una passione o un luogo vero e proprio, viene percepita come distante e irraggiungibile in un certo senso.

Tutto ciò dimostra quanto queste persone fossero legate a ciò che ora desiderano tanto ardentemente.

La paura principale di queste persone è quella di non poter tornare alla vita di tutti i giorni; la loro speranza è invece la situazione contraria.

Sono desideri che differiscono molto, ma che nel loro piccolo rappresentano uno svago e la libertà.

Un ragazzo desidera ritornare nel suo adorato campo da calcio per poter sognare con la sua squadra; non riesce proprio a vedere i suoi adorati scarpini fermi e inutilizzasti in sgabuzzino.

C’è chi desidera di riabbracciare amici e parenti e chi vuole camminare libero per le strade come un gatto.

Il messaggio principale secondo me è quello di tenere sempre sott’occhio l’obiettivo e di non perdersi d’animo, anche se può sembrare difficile.

Ci sono temi altamente adolescenziali; il desiderio è sicuramente qualcosa che si fa molto sentire tra i giovani.

Siamo all’inizio della nostra vita e desideriamo tantissime cose, ad esempio, un futuro fantastico.

Leggendo le descrizioni mi sono trovato ad essere d’accordo con la divisione effettuata; tutti questi ragazzi rappresentano appieno la forza del desiderio.

Mi piacerebbe imparare da queste persone.

Solitamente non sono uno che desidera qualcosa; tendo a seguire la corrente del susseguirsi degli eventi.

Non voglio desiderare qualcosa perché molte volte le speranze e i desideri portano delusioni.

Approfitto di questo piccolo spazio per fare il punto di tutto ciò che ho letto e di tutto ciò che ho scritto, cercando di essere il più rilassato possibile …

Semplicemente qualche riga per tirare fuori qualche pensiero da alunno, ma soprattutto da ragazzo nel pieno della crescita e del proprio cambiamento personale.

Anche io, come molti ragazzi di cui ho analizzato i testi, ho sviluppato una sensibilità altissima in questo periodo.

Mi sono sempre descritto come un ragazzo apatico senza il briciolo di compassione per niente e per nessuno.

Questo periodo mi ha fatto capire che a volte devo tenere chiuso nel cassetto questo mio lato negativo; molte volte ho cercato di eliminarlo, ma so benissimo che è una parte di me e come tale deve rimanere.

Io non sono come molti mi descrivono e forse non sono nemmeno come mi descrivo io stesso e questa quarantena mi ha aiutato a capirlo.

Se proprio devo scegliere un desiderio è quello di poter finalmente stare in pace con me stesso per stare in pace a che con tutto ciò che mi circonda.

(PAOLO DARDANO 5A TUR)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 03 Marzo 2021 09:13